Ripropongo qui un mio articolo pubblicato alcuni giorni fa sul blog dell'amico Lucius Etruscus
ATTENZIONE! IL SEGUENTE
ARTICOLO CONTIENE SPOILER!
Spesso
nelle discussioni che nascono sui social network si dibatte su come gli autori
famosi (siano essi scrittori, registi o fumettisti) spesso e volentieri
“ricalcano” le loro opere su lavori di altri. Si tratta di conversazioni
piuttosto oziose. Spesso infatti le “copie” sono prodotti pari ai loro
ispiratori e in alcuni casi persino superiori.
Un
esempio di questo tipo è Avrack Signore dei Falchi (“delle Aquile” nella
precedente traduzione dell’Eura Editoriale) scritto da Ricardo Barreiro e
disegnato da Enrique Breccia. Tale fumetto, oggi ristampato dalla 001 Edizioni,
è ispirato al ciclo letterario del Campione Eterno dell’inglese Michael
Moorcock, a sua volta ispirato al romanzo Tre Cuori e Tre Leoni dello
scrittore danese-americano Poul Anderson. Si potrebbe tuttavia andare ancora
più indietro e dire che Anderson stava rielaborando la tipica storia di un uomo
del nostro tempo trascinato in un passato più o meno immaginario, filone questo
che avrebbe avuto la sua fonte in Mark Twain e nel suo Uno Yankee del
Connecticut alla Corte di Re Artù.
Senza
andare a scavare troppo in profondità, rimaniamo a Avrack e Il
Campione Eterno. Il romanzo di Moorcock racconta di un uomo di nome John
Daker perseguitato da visioni notturne in cui si trova deprivato della sua
identità per diventare alcuni mitici condottieri, quali Elric di Melniboné, il
principe Corum e il duca Dorian Hawkmoon (tutti personaggi di altri cicli
ideati dal narratore britannico). In fine Daker si trova veramente trasportato
in un altro mondo nel corpo di Erekose, un eroe morto secoli prima e ora
apparentemente resuscitato. Daker/Erekose dovrà così guidare il genere umani in
una battaglia contro esseri chiamati Eldren, altrimenti detti “i mastini del
male”. La situazione sembra apparentemente quella di un romanzo cavalleresco
riletto da Hollywood, con il paladino del Bene che si mette al servizio del re
Rigenos e si innamora della figlia di questi, la principessa Iolinda, e
combatte contro le Forze delle Tenebre. ma tutto cambia dopo le prime battaglie
contro gli Eldren e la cattura di una loro aristocratica, la conturbante
Ermizhad. Grazie a quest’ultima Erekose scopre che gli Eldren sono in realtà un
popolo pacifico e molto più evoluto degli umani. Alla fine l’eroe “tradisce” la
sua specie d’appartenenza per passare dalla parte del nemico.
La
vicenda di Avrack parte da uno spunto simile: un tranquillo insegnante
argentino, Jorge Pinedo, si innamora di una ballerina, la bella Graciela e la
segue fino nei Caraibi, ma il loro idillio finisce presto. Abbandonato dalla
sua amata Pinedo tenta il suicidio, gettandosi in mare, quando delle entità
misteriose ed intelligentissime lo trasferiscono su un lontano pianeta. Questo
mondo sconosciuto è caratterizzato da una società arretrata di tipo medievale,
ma con alcuni anacronismi: gli alchimisti sono in grado di effettuare
manipolazioni genetiche ed esistono oggetti tecnologici (armi automatiche e
persino una funivia) che contrastano con le basse conoscenze scientifiche della
popolazione. Scambiato per Avrack, un guerriero considerato da alcuni un eroe,
da altri un sanguinario, Pinedo nel corso di nove episodi scoprirà di essere il
mondo in cui si trova non è nient’altro che lo scenario di esperimenti
sociologici condotti da una coppia di alieni, dai poteri quasi divini.
Nonostante ciò, l’uomo, che da debole e pauroso è divenuto sempre più deciso e
battagliero, deciderà di non tornare più sulla Terra per rimanere nel nuovo
reame.
Le
somiglianze tra il fumetto e il ciclo letterario saltano subito agli occhi: in
entrambi c’è un miscuglio di fantascienza, fantasy e sociologia; ambedue
presentano “eroi riluttanti” in un ambiente a loro estraneo; addirittura hanno
entrambi un’arma magica (una spada radioattiva per Erekose, una moderna
mitragliatrice per Avrack).
Tuttavia
John Daker si adatta troppo facilmente al mondo in cui è finito, anzi dimentica
in fretta il suo passato di cui sappiamo pochissimo (ci sono solo vaghi accenni
ad una moglie e un figlio). Inoltre il personaggio di Moorcock strada facendo
scopre di non essere che una delle tante incarnazione del Campione Eterno, un
individuo destinato a combattere eternamente per mantenere l’equilibrio
cosmico. La visione pessimista del genere umano nell’opera di Moorcock è fin
troppo palese: nessuno è pienamente libero di decidere la propria strada, ma
tutti soccombiamo a forze più grandi di noi.
Di Jorge Pinedo, invece, ci viene raccontato tutto il suo passato,
inoltre nei nove episodi non manca mai lo spaesamento che chiunque di noi
proverebbe nel trovarsi in un ambiente completamente estraneo. Se lo scrittore
inglese finisce per negare o quantomeno per limitare il libero arbitrio,
Breccia e Barreiro, nella conclusione del loro ciclo, lo affermano nella sua
pienezza.
Micheal
Moorcok: (Londra 1939) scrittore
britannico di romanzi storici, fantasy, fantascientifici e d’avanguardia. Per
lungo tempo direttore dell’innovativa rivista letteraria New Worlds. Nel
1961 contribuisce al filone sword &sorcery con l’antieroe Elric di
Melniboné. Il Campione Eterno
è invece del ’62. Diverse le sue incursione nel mondo del fumetto: ha scritto
sceneggiature per Tarzan Adventures, inventando fra l’altro Sonjan
sulla scia di John Carter di Marte, seguono collaborazioni con Frank Brunner,
Walter Simonson e altri disegnatori, nonché la graphic novel Swords of
Heaven, Flowers of Hell disegnata Howard Chaykin nel 1978, con Erekose
protagonista.
Enrique
Breccia: (Buenos Aires, 1945)
disegnatore, pittore e sculture argentino, figlio del grande artista Alberto
Breccia, ha esordito collaborando con suo padre alla biografia a fumetti di Che
Guevara. A tutt’oggi uno dei giganti del fumetto mondiale. In ambito fantasy ha
disegnato Il Pellegrino delle Stelle, Il Collezionista di Sogni e
Il Cacciatore del Tempo.
Ricardo
Barreiro: (Buenos Aires, 1949 –
Buenos Aires, 1999) sceneggiatore argentino, celebre per il personaggio
post-apocalittico di Barbara, creato insieme a Juan Zanotto, ma autore anche di
numerosi altri fumetti dei generi più disparati, disegnati dai più grandi
artisti latino-americani (Solano Lopez, Alcatena, Breccia, Gimenez, ecc). Dopo
l’avvento del regime militare, espatriò prima in Spagna e poi in Francia e in
Italia. Morì prematuramente a soli cinquant’anni per un tumore.
Tanti Auguri di Buona Pasqua!
RispondiEliminaHai deciso di non aggiornare più il blog?
RispondiElimina