MARIA GRAZIA PERINI, UNA VITA IN REDAZIONE
Di Paolo Motta
Chi è in grado di notare, sfogliando una rivista a fumetti,
tutto il lavoro editoriale che c’è dietro? Nessuno. I fumetti, a differenza dei
DVD, non hanno contenuti speciali che ne pieghino il “making of”. In genere si
guarda al massimo i nomi di sceneggiatori e disegnatori, ma si ignora chi ha
curato l’editing delle storie che leggiamo.
Noi vogliamo in parte riparare a questa lacuna, dando la
parola ad una persona che ha attraversato le redazioni di molte testate che
hanno fatto la storia del fumetto italiano: Eureka, il Corriere della Paura,
Snoopy e il Corriere dei Piccoli, solo per citarne alcune. La persona in
questiono è Maria Grazia Perini.
1) – Quale è stato il tuo primo approccio col fumetto?
Nel 1968, rispondendo a un
annuncio sul “Corriere della Sera”, in cui la Editoriale Corno cercava un
redattore/redattrice in vista di un ampliamento dell’attività editoriale.
2) – Com’era lavorare alla Corno?
All’inizio è stato un po’ uno schock….gli unici fumetti che avevo letto in vita mia erano stati “Topolino” e
“Corriere dei Piccoli”...e quando mi ritrovai tra le mani “Kriminal” e
“Satanik”, beh…fu un colpo allo stomaco…da cui mi ripresi però subito, quando vidi “Eureka” e il resto della
produzione…i primi passi di Alan
Ford….insomma,una esperienza esaltante,, sorattutto grazie a Andrea Corno, un
Editore unico nel suo genere…che lasciava “liberi” i suoi collaboratori di
esprimere la loro creatività..
3) – Tu sei stata una grande amica di Magnus, com’era lavorare con lui?
Lavorare? Con lui era un “gioco continuo”..una gag dopo l’altra..si
rideva, scherzava…ogni tanto aveva brevissimi momenti di malinconia una
malinconia che veniva da lontano…ma poi si
riprendeva subito…era un vero uomo di cultura, molto intelligente.,non
faceva sfoggio di frasi fatte.,.un genio..,un amico che continua a mancarmi
moltissimo…
4)-
In quel periodo sei stata impegnata su Eureka. A quali personaggi e
strisce ti sentivi o ti senti più legata?
- Di “Eureka” sono stata dapprima “capo redattore” e poi “direttore
responsabile”: un’avventura davvero entusiasmante!!! Facile dire quali sono
stati i personaggi e le strisce a me più cari: innanzitutto “Andy Capp”, di cui
ero anche la traduttrice ufficiale, “Colt”. “Gummer Street”, “Sturmtruppen”,
“Lupo Alberto”,”Maxmagnus”, solo per citarne alcuni….è che per un verso o per
l’altro, ognuno ha avuto un significato particolare per le sue
caratteristiche….
5) Hai curato in pratica tutte le
testate dei supereroi “Marvel” come pensi sia cambiato questo genere da allora
ad oggi?
Innanzitutto è cambiato il target di riferimento: l’età media dei lettori
si è alzata di parecchio e di conseguenza le storie sono più “mature”, il
linguaggio è profondamente cambiato, mutuandosi di fatto con quello cinematografico
e televisivo. E, anche dal punto di vista grafico, direi che non esiste più uno stile “Marvel”, ogni disegnatore è un
universo a sé.
6) Il “Corriere della Paura” è
stata in pratica la seconda rivista in Italia, dopo “Horror” della Sansoni, a
concentrarsi sul fumetto dell’orrore. C’erano molti personaggi interessanti, da
Morbius il Vampiro Vivente allo zombie Simon Garth, da Dracula a Man-Thing.
Cosa puoi dirci di questa tua esperienza?
Ancora una volt…ESALTANTE! La “mia” trovata, se così vogliamo chiamarla,
fu di rivolgermi in primis a un pubblico di ragazzini (la sigla CdP era quella
del mitico “Corriere dei Piccoli” a cui io feci il verso con il mio CdP,
“Corriere della Paura”), proprio per esorcizzare le loro paura e l’esperimento
di fatto si rivelò più che positivo. Certo, c’era anche una parte di pubblico
più adulto che, oltre ai fumetti, apprezzava i pezzi di Cesare Medail, un vero
e proprio studioso dell’occulto…
7) Poi c’è stato il passaggio alla
Rizzoli. Hai avuto modo di lavorare su “Snoopy” e sul “Corriere dei Piccoli”.
Quali erano le differenze tra queste due testate?
Beh, innanzitutto sono entrata in Rizzoli come “direttore editoriale”
della nascente “Rizzoli Junior” e del settore libri della Milano Libro, in
seguito mi vennero affidate le direzione responsabili prima di “Snoopy” e poco
dopo anche del”Corriere dei Piccoli”: Le differenze tra le due testate?
Macroscopiche! Intanto il primo era un mensile e il secondo un settimanale,
immaginiamoci quindi la mole di lavoro e con due redazioni davvero “risicate”! Poi con
“Snoopy” c’erano vincoli, spesso quasi invalicabili con i detentori dei diritti
americani che controllavano riga per riga tutta la parte redazionale spesso censurando senza tenere in
considerazione che il pubblico italiano aveva gusti e esigenze differenti da
quello americano. Con il “Corriere dei Piccoli” era tutta un’altra cosa!
8) Sul “Corriere dei Piccoli” c’era
una specie di feedback tra la tua vita reale e i fumetti che pubblicavate,
penso alla “Banda Quattrotti”, a “Gino e l’etologia”, con protagonisti i tuoi
cani e il tuo gatto, penso ancora alla
“Pazza Redazione” con
protagonisti tu e i tuoi redattori. Da
dove venivano questeidee? Forse la “Pazza Redazione” deriva da quello che aveva
fatto Castelli con “Tilt” sul “Corriere dei Ragazzi”?
Tra me, la redazione e i picccoli lettori si era stabilito un rapporto
“specialissimo” (che continua tuttora su Facebook!!), per cui le serie citate
sono nate quasi “spontaneamente”, una sorta di continuità tra la vita reale e
la vita immaginifica…senza nulla togliere a Castelli, l’idea della “Pazza”, fu
sostanzialmente dell’amico Dario Pennati a cui va il mio accorato ricordo…
9) Il “Corriere dei Piccoli”
divenne “Corrrierino”. C’erano molti autori notevoli come Cinzia Ghigliano,
Fabio Visintin, Altan, Sergio Frigerio e tanti altri… cosa non ha funzionato?
Divenne il “Corrierino” perché così era sempre stato chiamato dai lettori
e, a tale trasformazione, abbinammo anche una revisione grafica davvero molto
originale. Cosa non funzionò? Direi nulla…di fatto la Rizzoli non era più di
tanto interessata al genere “ragazzi” (non fece mai, infatti, notevoli
investimenti né su Snoopy né sul Corrierino) e quando la Egmont si fece avanti
per acquistare la testata credo che da parte dell’Editore non ci fu stato
nemmeno un secondo di ripensamento…Cedere il “Corrierino” alla Egmont e
decretarne la morte fu, purtroppo, la stessa cosa….
10) E oggi cosa fa Maria Grazia
Perini? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
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