sabato 15 novembre 2014

Intervista a Rossana Berretta (disegnatrice di Balthazar l'Implacabile)




Domanda di rito: come sei arrivata al mondo del fumetto?
Vera e propria passione per il disegno e per le storie, da leggere o da raccontare. Mio zio Claudio era il più grande collezionista di fumetti che io abbia mai conosciuto, passavo le domeniche in camera sua a leggere a piene mani. Così ho deciso di frequentare la Scuola Chiavarese del Fumetto, dopo il liceo artistico. In realtà per i primi dieci anni della mia carriera di disegnatrice ho lavorato (e lavoro tutt’ora) più nelle illustrazioni che nei fumetti, per una mera questione di possibilità: nelle illustrazioni c’è più lavoro, specie all’estero. Così, a parte qualche esperienza con piccole case editrici ho dovuto aspettare un bel po’ per approdare davvero nel “mondo fumetto”.
Quali sono i tuoi autori di riferimento? E quale il fumetto che, come si suol dire, porteresti su un’isola deserta?
Alfonso Font, Gimenez, Milazzo, Lee, DeAngelis… e centinaia di altri, sono una grande fruitrice e il mio immaginario viene stimolato e catturato da molti autori. Mi piacciono anche stili molto diversi, ma il mio preferito rimane il fumetto in bianco e nero di stampo argentino. Sull’isola deserta… mmm… mi vengono in mente tanti titoli, davvero. Forse “Nausicaa” di Miyazaki. Non sono di solito un’appassionata di manga, ma secondo me questo fumetto in particolare trascende il genere.
Attualmente lavori su sceneggiature di tuo marito, Alessandro Sidoti, e i vostri fumetti sono autoprodotti. Vi va bene essere definiti una “impresa fumettistica a conduzione familiare”? E come vi trovate a lavorare insieme?
Eh eh … è una bella definizione, anche se sembra molto idilliaca rispetto al clima di tensione da “Daily Bugle” che si ha da noi quando siamo in consegna! Lavorare insieme è favoloso e terribile, a volte. Abbiamo dovuto abituarci alle richieste e alle esigenze dell’uno e dell’altro, e non è mai semplice, soprattutto quando si rischia di cominciare una discussione su una posizione in una vignetta e finirla su chi non ha portato fuori la spazzatura! E’ una battuta, ovviamente, ma è per darvi l’idea di quanto sia difficile lavorare con la persona con cui vivi. Poi, con il tempo, abbiamo cominciato a trovare il NOSTRO metodo, e devo dire che ora la routine di Balthazar è davvero stimolante. Le nostre idee si completano a vicenda, non siamo mai in netto contrasto e quando abbiamo due idee diverse riusciamo sempre a migliorare il risultato finale, dando sempre una mano all’altro. E’ davvero bello lavorare così
Come è nato il personaggio di Balthazar l’Implacabile? Vi siete ispirati a qualche attore per il protagonista e i principali comprimari? Oppure l’ispirazione è venuta più da fanti letterarie, fumettistiche o altro?
Su questa domanda ti risponderebbe meglio Alessandro, ma posso venirti incontro anch’io. Dopo aver vinto un concorso fumettistico alla Romics del 2011 ci venne la voglia di proporre un progetto grande, tutto nostro. Ale mi svegliò una mattina con un cappuccino e due idee: una di queste era Balthazar, e io mi ci innamorai al primo istante. E Balthazar fu. Per quanto riguarda l’aspetto fisico, Balthazar ha molte delle fattezze di Jason Momoa; lo ricorda anche se alcune delle caratteristiche di Bal devono ovviamente riprodurre i suoi tratti somatici, le sue origini. Balthazar è un mezzosangue, mezzo nero e mezzo arabo (non ce lo aspettavamo, ma abbiamo assistito ad episodi di razzismo per questa nostra scelta etnica… incredibile!). Non l’abbiamo fatto solo per stilismo, c’è una precisa ragione circa le origini etniche di Bal, e chi vorrà seguirci lo scoprirà! Per quanto riguarda il personaggio femminile principale, Juliet Fixer, deve la sua beltà alle forme di Salma Hayek, anche in questo caso con qualche modifica. Ale ama dire che Juliet sarebbe stata molto diversa se non ci fosse stata la mia influenza. Quello che ci interessava era riuscire a rendere un personaggio femminile bello e provocante senza cadere nello stereotipo. La cosa più “calda” di Juliet è il cuore, più che le forme: dai commenti dei nostri lettori crediamo di esserci riusciti!

Attualmente i vampiri sembrano essere passati dall’horror vero e proprio a generi “paralleli” come lo Hurban Fantasy e il Paranormal Romance. In Balthazar c’è un ironico riferimento alla saga di Twilight. Cosa ne pensi di questa inversione di tendenza? Davvero l’horror del futuro sarà solo serial killer e torturatori?


Io sono una grande appassionata di fantascienza e fantasy. Per me l’Horror è venuto dopo, anche se ho fatto in tempo a farmene una discreta cultura. A 18 anni circa lessi Dracula, e lo trovai molto bello. Il personaggio del vampiro è viscerale, bestiale, ironico, travolgente… niente a che fare con i vampiri sberluccicosi che popolano gli odierni romanzi. Ho visto diversi film Horror apprezzabili. Mi piace molto il genere “claustrofobico”, d’atmosfera, dove è più l’idea di ciò che succede a farti paura piuttosto che il fiume di sangue. Ci sono film così, anche moderni. Non amo affatto l’Horror “tanto per fare”, l’Horror messo a casaccio per fare impressione e far vendere. Ricordo, poco tempo fa, sfogliavo una testata di Batman dove due uomini trovano il corpo in decomposizione di una madre, e il bimbo, vivo, vicino. Era davvero necessario far vedere quella scena? Non credo. Film e Fumetti così non incontrano i miei gusti.


A me viene spontaneo paragonare Balthazar a serie TV come Buffy, True Blood e Supernatural che si presentano come una commistione di generi e di registri narrativi diversi, oppure alla saga cinematografica di Blade (anch’essa un ibrido tra generi diversi). Quali sono state per te le difficoltà maggiori nel dover passare da momenti horror ad altri action, ad altri ancora introspettivi oppure ironici?
Il bello di Balthazar è il multiregistro, la possibilità di disegnare un paio di tavole nel medioevo e subito dopo un inseguimento urbano. Per un disegnatore penso sia fantastico. Diversificare i generi è, per me, un metodo per lavorare di più (e con il genere di lavoro che faccio deve esserlo per forza…). Certo, ci sono cose che ti riescono meglio, altre meno. Ma mettersi alla prova e disegnare di tutto è davvero bello.
Terminiamo con un’altra domanda di rito: quali sono i progetti di Rossana Berretta per il futuro, se ce li puoi anticipare?
Stiamo lavorando ora a Balthazar numero tre. La copertina verrà resa pubblica a Inchiostro d’autore, importante manifestazione di fumetti savonese, il 29-30 Novembre 2014. Sono davvero entusiasta, se posso dirlo, le prime pagine di sceneggiatura sono sotto i miei occhi e sono davvero, davvero stimolanti, e non vedo l’ora di dare il massimo. Abbiamo in progetto, a lungo termine, anche il rifacimento, in grande, del piccolo fumetto che ci ha fatto vincere il famoso concorso all’inizio di tutta la nostra epopea. Si tratta di “Mob’dykk”, versione a fumetti fantascientifica del classico di Melville. Personalmente non vedo l’ora di lavorarci. Il problema è sempre Padre Tempo.

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