sabato 26 maggio 2012

Intervista a Michela Cacciatore

Ripropongo qui un'intervista che avevo fatto qualche mese fa per il sito Italian Sexy Models www.italiansexymodels.com alla disegnatrice Michela Cacciatore, con la quale sto collaborando per un nuovo fumetto di genere fantasy.


Michela Cacciatore, romana, classe 1981, è uno di quei personaggi difficili da definire. E’ infatti illustratrice, fumettista, scenografa, costumista, organizzatrice di eventi. Qui ci soffermiamo sul suo lavoro nell’ambito del fumetto erotico. Suoi sono i disegni di Gabbia Dorata, sceneggiato da Silvia Mericone e Rita Poretto, edito da Salvatore Taormina. In passato ha collaborato anche con X Comics di Coniglio Editore.





-Come sei arrivata al fumetto?

Ho sempre amato il fumetto, sin da piccola. Ho comiciato facendo fanzine quando avevo 14 anni.

-Quali sono i tuoi fumetti e/o i tuoi autori favoriti?

Questi cambiano molto secondo il periodo. In questo momento adoro Yves Swolfes (Il Cacciatore, Durango) e Carlos Gomez (Dago) come autori, di conseguenza amo tutti i loro fumetti. Ho amato moltissimo la serie di Swolfes Il cacciatore.. chissà, sarà per il nome eh eh

-Come ti trovi a disegnare fumetti erotici?

Mi paice molto soprattutto quando ho una bella sceneggiatura. Mi diverte, mi viene facile, per questo mi rilassa anche. E poi credo ci sia un pò di me in ogni cosa che disegno.

-Tu stai lavorando con sceneggiatrici donne, per te che differenza c'è tra l'erotismo "al maschile" e quello "al femminile"?

Moltissima differenza. L'erotismo femminile è molto mentale, credo che questo emerga dai fumetti eortici realizzati da donne. Quello maschile è più istintivo.

-Nel fumetto a differenza di altri media, come per esempio il cinema, è più difficile segnare nettamente la differenza tra ciò che erotico e ciò che è pornografico. Per te in cosa sta la distinzione tra le due cose?

Io mi sono posta dei limiti sin dagli inizi. Non voglio disegnare immagini volgari, nè violente. Poi non amo molto disegnare il corpo maschile nudo, preferisco di gran lunga disegnare quello femminile, lo trovo più bello artisticamente. Mi definisco una disegnatrice di erotico, ma sicuramente la differenza è molto sottile.

-Per il fumetto è un periodo un po' brutto. Nelle edicole impera sempre Bonelli, i manga resistono più che altro nelle librerie specializzate, mentre i supereroi hanno quasi più seguito al cinema e in TV che sulla carta stampata. Qual è il destino dei comics e dei loro autori? Ci sarà una rinascita o dovremo accontentarci di diventare un prodotto sempre più di nicchia?

In Italia siamo sempre stati un prodotto di nicchia e credo sempre lo saremo, ma non credo nella teoria catastrofica dell'estinzione dei fumetti. Finché esisterà qualcuno con la passione per lo scrivere ed il disegnare, ci saranno sempre i fumetti.



lunedì 21 maggio 2012

Ricordando Maria Grazia Perini

Ho pensato di ristampare qui l'intervista che avevo fatto tempo fa a Maria Grazia Perini. Un modo per ricordarla.


MARIA GRAZIA PERINI, UNA VITA IN REDAZIONE

Di Paolo Motta

Chi è in grado di notare, sfogliando una rivista a fumetti, tutto il lavoro editoriale che c’è dietro? Nessuno. I fumetti, a differenza dei DVD, non hanno contenuti speciali che ne pieghino il “making of”. In genere si guarda al massimo i nomi di sceneggiatori e disegnatori, ma si ignora chi ha curato l’editing delle storie che leggiamo.

Noi vogliamo in parte riparare a questa lacuna, dando la parola ad una persona che ha attraversato le redazioni di molte testate che hanno fatto la storia del fumetto italiano: Eureka, il Corriere della Paura, Snoopy e il Corriere dei Piccoli, solo per citarne alcune. La persona in questiono è Maria Grazia Perini.



1)   – Quale è stato il tuo primo approccio col fumetto?

Nel  1968, rispondendo a un annuncio sul “Corriere della Sera”, in cui la Editoriale Corno cercava un redattore/redattrice in vista di un ampliamento dell’attività editoriale.

2)   – Com’era lavorare alla Corno?

All’inizio è stato un po’ uno schock….gli unici fumetti che avevo  letto in vita mia erano stati “Topolino” e “Corriere dei Piccoli”...e quando mi ritrovai tra le mani “Kriminal” e “Satanik”, beh…fu un colpo allo stomaco…da cui mi ripresi però  subito, quando vidi “Eureka” e il resto della produzione…i primi passi  di Alan Ford….insomma,una esperienza esaltante,, sorattutto grazie a Andrea Corno, un Editore unico nel suo genere…che lasciava “liberi” i suoi collaboratori di esprimere la loro creatività..

3)   – Tu sei stata una grande amica di Magnus, com’era lavorare con lui?

Lavorare? Con lui era un “gioco continuo”..una gag dopo l’altra..si rideva, scherzava…ogni tanto aveva brevissimi momenti di malinconia una malinconia che veniva da lontano…ma poi si  riprendeva subito…era un vero uomo di cultura, molto intelligente.,non faceva sfoggio di frasi fatte.,.un genio..,un amico che continua a mancarmi moltissimo…

4)-  In quel periodo sei stata impegnata su Eureka. A quali personaggi e strisce ti sentivi o ti senti più legata?

- Di “Eureka” sono stata dapprima “capo redattore” e poi “direttore responsabile”: un’avventura davvero entusiasmante!!! Facile dire quali sono stati i personaggi e le strisce a me più cari: innanzitutto “Andy Capp”, di cui ero anche la traduttrice ufficiale, “Colt”. “Gummer Street”, “Sturmtruppen”, “Lupo Alberto”,”Maxmagnus”, solo per citarne alcuni….è che per un verso o per l’altro, ognuno ha avuto un significato particolare per le sue caratteristiche….

5) Hai curato in pratica tutte le testate dei supereroi “Marvel” come pensi sia cambiato questo genere da allora ad oggi?

Innanzitutto è cambiato il target di riferimento: l’età media dei lettori si è alzata di parecchio e di conseguenza le storie sono più “mature”, il linguaggio è profondamente cambiato, mutuandosi di fatto con quello cinematografico e televisivo. E, anche dal punto di vista grafico, direi che non esiste  più uno stile “Marvel”, ogni disegnatore è un universo a sé.

6) Il “Corriere della Paura” è stata in pratica la seconda rivista in Italia, dopo “Horror” della Sansoni, a concentrarsi sul fumetto dell’orrore. C’erano molti personaggi interessanti, da Morbius il Vampiro Vivente allo zombie Simon Garth, da Dracula a Man-Thing. Cosa puoi dirci di questa tua esperienza?

Ancora una volt…ESALTANTE! La “mia” trovata, se così vogliamo chiamarla, fu di rivolgermi in primis a un pubblico di ragazzini (la sigla CdP era quella del mitico “Corriere dei Piccoli” a cui io feci il verso con il mio CdP, “Corriere della Paura”), proprio per esorcizzare le loro paura e l’esperimento di fatto si rivelò più che positivo. Certo, c’era anche una parte di pubblico più adulto che, oltre ai fumetti, apprezzava i pezzi di Cesare Medail, un vero e proprio studioso dell’occulto…

7) Poi c’è stato il passaggio alla Rizzoli. Hai avuto modo di lavorare su “Snoopy” e sul “Corriere dei Piccoli”. Quali erano le differenze tra queste due testate?

Beh, innanzitutto sono entrata in Rizzoli come “direttore editoriale” della nascente “Rizzoli Junior” e del settore libri della Milano Libro, in seguito mi vennero affidate le direzione responsabili prima di “Snoopy” e poco dopo anche del”Corriere dei Piccoli”: Le differenze tra le due testate? Macroscopiche! Intanto il primo era un mensile e il secondo un settimanale, immaginiamoci quindi la mole di lavoro e con due redazioni davvero “risicate”!  Poi con “Snoopy” c’erano vincoli, spesso quasi invalicabili con i detentori dei diritti americani che controllavano riga per riga tutta la parte redazionale  spesso censurando senza tenere in considerazione che il pubblico italiano aveva gusti e esigenze differenti da quello americano. Con il “Corriere dei Piccoli” era tutta un’altra cosa!

8) Sul “Corriere dei Piccoli” c’era una specie di feedback tra la tua vita reale e i fumetti che pubblicavate, penso alla “Banda Quattrotti”, a “Gino e l’etologia”, con protagonisti i tuoi cani e il tuo gatto, penso ancora alla

“Pazza Redazione” con protagonisti  tu e i tuoi redattori. Da dove venivano questeidee? Forse la “Pazza Redazione” deriva da quello che aveva fatto Castelli con “Tilt” sul “Corriere dei Ragazzi”?

Tra me, la redazione e i picccoli lettori si era stabilito un rapporto “specialissimo” (che continua tuttora su Facebook!!), per cui le serie citate sono nate quasi “spontaneamente”, una sorta di continuità tra la vita reale e la vita immaginifica…senza nulla togliere a Castelli, l’idea della “Pazza”, fu sostanzialmente dell’amico Dario Pennati a cui va il mio accorato ricordo…

9) Il “Corriere dei Piccoli” divenne “Corrrierino”. C’erano molti autori notevoli come Cinzia Ghigliano, Fabio Visintin, Altan, Sergio Frigerio e tanti altri… cosa non ha funzionato?

Divenne il “Corrierino” perché così era sempre stato chiamato dai lettori e, a tale trasformazione, abbinammo anche una revisione grafica davvero molto originale. Cosa non funzionò? Direi nulla…di fatto la Rizzoli non era più di tanto interessata al genere “ragazzi” (non fece mai, infatti, notevoli investimenti né su Snoopy né sul Corrierino) e quando la Egmont si fece avanti per acquistare la testata credo che da parte dell’Editore non ci fu stato nemmeno un secondo di ripensamento…Cedere il “Corrierino” alla Egmont e decretarne la morte fu, purtroppo, la stessa cosa….

10) E oggi cosa fa Maria Grazia Perini? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Una miriade….ma non sto certo a dirli!!!!!!