domenica 30 dicembre 2012

Teen-Robot

La mia ultima fatica fumettistica, con disegni di Marco Ballò. In origine pensata per EF Edizioni, ora reperibile a questo link: http://www.verticalismi.it/teen-robot-ep-1/

giovedì 23 agosto 2012

Intervista a Gianfranco Manfredi

Difficile riassumere in poche righe chi è Gianfranco Manfredi: cantante, attore, scrittore, sceneggiatore cinematografico, televisivo e fumettistico. Lui però ci ha concesso un'intervista, nella quale cerchiamo di riassumere molto brevemente le tappe della sua carriera.

-Una cosa che mi ha sempre incuriosito di te è il legame tra musica e narrativa scritta. Come concili il Manfredi cantautore con il Manfredi scrittore?

Il problema di conciliare non esiste, essendo la stessa persona. Esperienze diverse possono aiutare ad avere una visione d'insieme un po' più ricca, tutto qui. Ma possono anche confondere. Dipende dalle persone. Io più semplicemente, credo di essere stato portato fin da piccolo alla comunicazione: scrivevo e disegnavo, cantavo, recitavo per puro divertimento, facevo filmini in superotto, e non pensavo affatto che un giorno queste cose le avrei fatte per mestiere. Lo sono diventate, un mestiere, in modo che non potrei dire casuale perché evidentemente ci ero portato, ma in modo anche involontario perché in realtà avevo studiato filosofia e pensavo che il mio mestiere sarebbe stato quello di ricercatore. Ma per certi versi, anche se la direzione che ho preso è stata diversa, continuo a fare il ricercatore, con altri mezzi.

-Tra i tuoi libri a quale ti tenti più legato e di quale invece, magari a distanza di tempo, vorresti cambiare qualcosa?

Non rileggo quasi mai (e dunque non giudico) le cose da me scritte in passato, perché sono occupato in quelle successive. Un tempo, in letteratura , il reload non usava. Cosa fatta capo ha. Oggi invece capita di frequente che prima di una ristampa, uno vada a rileggere , magari per correggere qualcosa. Piccole inesattezze, qualche dettaglio da aggiornare, insomma... minuzie. In linea di massima penso che debba valere la norma del "cosa fatta, capo ha" . Rimasi abbastanza stupito per la cura che metteva Sergio Bonelli nel rivedere sempre le storie di Tex da ristampare, anche a distanza di anni: poteva correggere le forme dei balloon, un'espressione gergale inattuale, anche qualcosa che nella rilettura non lo soddisfaceva più. Io, da ricercatore, appunto, pensavo che "violando" anche se leggermente l'originale , gli si toglie qualcosa, anche buona parte del suo fascino, perché un'espressione che oggi non funziona più è comunque indicativa del tempo trascorso, ci parla di un'altra epoca, riecheggia il passato... però può darsi benissimo che editorialmente avesse ragione lui. Allo stesso modo, molti cantanti reinterpretano dal vivo dei vecchi brani, con un arrangiamento nuovo, e spesso rimixano anche gli originali. Però al pubblico piace sempre il brano nella prima edizione, pur consapevoli del fatto che il sound oggi è cambiato. Certe modifiche invece di migliorare possano rovinare un equilibrio delicato. E' più facile intervenire su lavori che contenevano difetti evidenti e che dunque non hanno funzionato come uno si aspettava, piuttosto che su lavori che sono piaciuti subito : che senso ha tentare di "perfezionarli"? Per non infognarmi in questo tipo di scelte, in genere, a meno di casi particolarissimi, preferisco non rileggermi. Mi capita invece di riascoltare le mie canzoni, anche se non frequentemente, ma mi sento libero di farlo proprio perché non faccio più il cantante.

-Il mio maestro Carlo Pedrocchi a noi studenti di sceneggiatura spiegava sempre che molte cose che funzionano sulla pagina scritta non funzianono se rese per immagini. Come vedi il rapporto tra letteratura e sceneggiatura?

La sceneggiatura è "narrare per immagini" , mentre la letteratura è narrare attraverso il linguaggio scritto. Un quadro può essere goduto da un pubblico variegato, appartenente a culture e a sensibilità diversissime, mentre un romanzo per poter raggiungere lo stesso pubblico deve essere tradotto e diventare dunque "altro da sé". Inoltre, nel rapporto con il pubblico, il romanzo è la forma di comunicazione più interattiva che esista. Ciascun lettore fa "suo" il romanzo "figurandoselo" con una libertà che non può avere di fronte a un'immagine già definita e compiuta in sé.

-Le tue prime sceneggiature cinematografiche furono per il grande Salvatore Samperi. In particolare scrivi un film, Liquerizia, che inaugurò un po' il revival degli anni '60 (Sapore di Mare dei Vanzina, se non sbaglio, uscì un anno dopo). Puoi parlarci di questo film?

Si vivevano i turbinosi settanta , e veniva spontaneo associare il nostro presente al passato vissuto... così lo spettacolo teatrale che mettono in piedi ragionieri e liceali e che finisce nella distruzione della sala , è anche da leggere in parallelo a quanto stavamo vivendo nei 70 . Dunque l'operazione non era affatto revivalista nel senso di "American Graffiti" . La Nostalgia, come genere, non ricostruisce affatto il passato, ma lo ricrea vedendolo come una sorta di età dell'innocenza perduta, dove tutto sembra più bello, più ricco di quanto non fosse, e viene celebrato non per come è stato, ma per come lo sentiamo quando non siamo più giovani e ci volgiamo alla giovinezza come al momento più bello (e finito) della nostra esistenza. Il nostro film invece era sarcastico e dissacratore come "Animal House" : tutto è perduto? Allora anche l'onore!

-I tuoi lavori successivi per cinema e TV (Miracoloni, Il Paramedico, le serie Valentina e Colletti Bianchi) a me personalmente sembrano però un po' sottotono. Eppure so che c'è chi le rivaluta. Cosa ne pensi?

Mi stupisce sempre che a distanza di tempo le cose peggiori possano diventare tra le più celebrate. Ad esempio di Miracoloni si è scritto che è stato il film più anarchico della storia del cinema italiano, il che mi ha fatto piacere. Ciò non toglie che sia stato il film più brutto in assoluto tra tutti quelli cui ho collaborato in veste di sceneggiatore. E questo nonostante il regista, Francesco Massaro, fosse un intellettuale di grandissimo gusto e di notevole esperienza e il produttore, Galliano Juso, una persona geniale, un vero provocatore. Che dire? Un film si sa come nasce, ma non si sa mai come va a finire. Ci sono troppi fattori in campo. Non riesce pienamente a governarli neppure un regista, figuriamoci uno sceneggiatore. Il Paramedico non sono neanche andato a vederlo, tali e tante erano state le polemiche, le litigate e le stupidaggini che avevano accompagnato la realizzazione del film anche prima del primo ciak. Valentina, sulla carta, era un'ottima cosa, poi... basti dire che una puntata ho dovuto riscriverla di nuovo , lavorandoci insieme al montatore, perché il materiale girato non corrispondeva in nulla alla sceneggiatura e dunque il plot andava ri-raccontato sulla base del materiale stesso. Inoltre i dialoghi erano tutti ironici, pieni di giochi di parole, ma siccome si girava in inglese e quei dialoghi non erano traducibili, addio giochi di parole. Si è tradotto il testo italiano dalla traduzione scarnificata in un inglese inespressivo. Qualcosa di provocatorio (per la TV dell'epoca) resta in certe scene di sesso edulcorato quanto si vuole, ma che in un telefilm non si erano mai viste. Colletti Bianchi , invece, è un lavoro che con tutti i suoi difetti (si girava a un ritmo giornaliero impossibile da sostenere) offre uno squarcio di vita aziendale molto diverso e nuovo rispetto a quanto non avvenisse nella mitica serie di Fantozzi e assai più corrispondente agli anni 80. Anche qui, avevamo preferito , il regista Bruno Cortini e io, sottolineare con ironia certi aspetti di ordinaria miserabilità quotidiana piuttosto che il glamour alla Yuppies... e su Italia Uno avrebbe certo funzionato di più lo stile Yuppies, ciononostante quel telefilm ha avuto sedici repliche negli anni, dunque un qualcosa di "non datato" doveva averlo. Ricordo con un certo affetto due film, poco riusciti rispetto alle attese: il Samperiano Un amore in prima classe (avrei preferito come titolo: Il treno dei desideri) , questo sì, davvero anarchico, scombinato e dissacrante, di tutto, anche del cinema; e "Quando la coppia scoppia" (il titolo era mio e divenne un modo di dire diffuso) : lì ho avuto l'onore e il privilegio di lavorare con Steno, che era una persona umanamente straordinaria, e mai faceva pesare ad alcuno i suoi grandissimi precedenti. Un vero signore. Alla fine, del cinema, quello che mi resta sono gli incontri umani, più ancora dell'esperienza professionale che pure mi ha insegnato moltissimo. Sarà che si impara dagli errori...

-Scrivi poi Il Trasformista con Luca Barbareschi. Questo è veramente un film che fotografa l'attuale classe dirigente italiana. Come è nata la collaborazione con Barbareschi?

Ci eravamo conosciuti anni addietro , incrociati sul set di Montenapoleone dei Vanzina dove recitavamo entrambi anche se in episodi diversi, e sentiti dopo la pubblicazione del mio romanzo Trainspotter , un noir parecchio anticipatorio che Luca voleva portare sullo schermo (film scritto, ma mai realizzato). Il progetto del Trasformista credo fosse nato all'epoca del Portaborse. Sulla carta, i due film erano molto , troppo simili, per cui quando Luca ebbe tra le mani la prima sceneggiatura, si trovò nella necessità di farla riscrivere da capo. Passò di mano in mano, finché arrivò a me . Quell'anno c'era stata un'alluvione disastrosa e decidemmo di cominciare da lì , in quel contesto. In televisione è andato in onda quasi dieci anni dopo in un momento di crisi parlamentare che da un lato era stato previsto e raccontato nel film, d'altro canto ne falsava completamente il contenuto, immergendolo in piena bagarre politica, tanto più che Barbareschi era nel frattempo diventato per davvero parlamentare, scelta che al momento in cui scrivemmo il film non era all'orizzonte (forse lui ci pensava, io non lo immaginavo neppure lontanamente ). Il film, rivisto con distacco, è assai migliore di quanto non sia sembrato a tutti quelli che sono abituati a sentenziare "non mi piace, perché non ci penso nemmeno a vederlo". Barbareschi in quanto personaggio pubblico oscurava il Barbareschi attore e regista. Questo è un problema suo, non mio. E riguarda un elemento estrinseco rispetto al film in sé. Però a volte anche gli elementi estrinseci fanno racconto.

-Gordon Link invece venne pensato come serie TV e poi divenne un fumetto. Come ti sei trovato al tuo ingesso nel mondo dei comics?

Pensavo, sinceramente, di essere finito in una specie di "ridotta" , di aver cioé dovuto ripiegare da un progetto televisivo che avevo scritto e che stavo per girare come regista (eravamo a due settimane dal primo ciak quando il progetto venne fermato insieme a diversi altri, tra i quali persino una serie a firma di Ennio De Concini, a causa di scelte di investimento della rete) a qualcosa di minore (almeno sul piano professionale). Invece quella (vedi com'è strana la vita) è stata la mia vera svolta. Nel mondo del fumetto ho ritrovato uno spirito molto simile a quello che regnava nella musica negli anni '70. E a distanza di anni, sono certo di non essermi sbagliato: oggi nelle manifestazioni si indossa la maschera di V per vendetta, o i costumi non poco fumettistici delle Pussy Riot (per dire) il che significa quanto meno che oggi le nuove generazioni hanno come loro riferimento il fumetto, in modo assai più rilevante della musica. E il fumetto non è una ridotta, anzi sono gli altri media a trovarsi "ridotti" male.

-Magico Vento per me è stato una rivelazione: la commistione tra western e horror era già stata tentata in casa Bonelli, ma tu sei riuscito a mantenere uno sguardo particolare sulla cultura e le tradizioni dei nativi americani. Qual è il tuo rapporto col western e perché secondo te ad un certo punto l'esperienza Magico Vento si è interrotta?

Quando sono arrivato a Roma voglioso di fare cinema , pensavo ancora agli spaghetti western e all'horror /thriller del primo Argento. Ma quei film o non si facevano più (il western) o si facevano secondo me, male (penso ai film di Fulci che a me non interessavano affatto, non da scrittore perlomeno) . Nel western mi sarebbe piaciuto sfondare la porta "indiana" (i western italiani in genere presumevano che gli indiani non esistessero neppure) e insieme miscelarlo all'horror che vedevo all'epoca davvero come la nuova immagine della "frontiera", cioè finire immerso in un paesaggio sconosciuto, pieno di meraviglie tanto quanto di orrori e quindi tale da suscitare "sorpresa" e non una sensazione di già visto. Questo progetto (soltanto sognato) ha potuto crescere e maturare in fumetto. A un certo punto, però, le scelte possibili erano due: o restare affezionato a vita al personaggio e ai suoi lettori "stanziali" cioè fissi , blindandomi in una sorta di Last Stand alla Custer, oppure raccontare altre cose. E siccome nel frattempo altri progetti si erano accumulati , ho preferito fare loro spazio.

-Arriviamo a Volto Nascosto e il suo seguito Shangai Devil. Qui ancora più apertamente che in Magico Vento si parla del colonialismo. In questo nostro periodo storico in cui il colonialismo rinasce sotto forma di "esportazione di democrazia", "guerra preventiva" e "bombardamenti umanitari" cosa si può imparare dalle passate vicende dell'Etiopia e della Cina?


Anzitutto si può imparare a essere più curiosi nei confronti della cultura e della storia di altri popoli, a essere più consapevoli della nostra (e dei danni che abbiamo combinato), e più aperti alla globalizzazione che spaventa tanti, ma che è ormai ineluttabile: dato di fatto e di tendenza. Il superamento del colonialismo non può certo essere nel ritorno al nazionalismo (che non dimentichiamolo ha portato alle tragedie delle Guerre Mondiali ) , ma a una nuova responsabilità , molto impegnativa, che è quella di saper essere "cittadini del mondo" o per dirla in altro modo "di saper stare al mondo".

martedì 7 agosto 2012

Intervista a Elena "Evil Angel" Mirulla




-Come sei arrivata al fumetto?
Credo di esserci arrivata come tanti altri disegnatori: sin dall’asilo ti dicono che sei il più bravo della classe a disegnare, poi inizi a leggere Topolino e dici “da grande voglio essere un fumettista!” Io ho sempre detto “fumettara” (mi piace questo termine e ne vado orgogliosa, molti lo usano in senso dispregiativo e io lo uso apposta in senso positivo) perché ho sempre desiderato soprattutto raccontare storie.


-Come ti trovi con l'editore Taormina?
Lavoro con lui da 2005, probabilmente, mi avrete conosciuta, per quanto riguarda Cronaca di Topolinia (o “Gli amici del Fumetto” o “L’associazione Alex Raymond”… che poi è la stessa cosa!), per vari progetti a cui ho lavorato come: I Piccoli Eroi di Ho-Lan, Crazy Tribe, Gothic, Vampire’s Tears, Mirullicious e Sexy Tales e adesso con Myster Martin (parodia di “Martin Mystere) e Demonik (parodia di Diabolik)… Nel frattempo, ho lavorato brevemente anche con altri editori, ma la mia più grande fonte di esperienza è sempre stata Cronaca. Questa piccola realtà mi ha fatto da nave-scuola, mi ha vista crescere, maturare, mi ha dato modo di avere un piccolo ma affezionato seguito di fan, di farmi conoscere e disegnare alle fiere e di poter imparare lavorando. Chissà se senza Cronaca sarei ancora qui a sgranocchiare matite? Sarò quindi sempre molto grata per questa opportunità e volevo cogliere quest’occasione per ribadirlo!


-Da dove nascono Crazy tribe e Sexy tales?
Crazy Tribe nasce come parodia di un fumetto sempre di Cronaca realistico e western che si chiama Than Dai. Poi si discosta subito dalla serie madre, creando un universo proprio e personale… Ma la trama principale: ovvero le due ragazze che contendono il protagonista è partita da lì. E’ un fumetto demenziale e umoristico e spero vorrete darci un’occhiata tramite la pagina di facebook:
https://www.facebook.com/crazytribecomics
Sexy Tales è un progetto di illustrazioni e fumetti nato mia dalla libera interpretazione delle più famose favole della nostra infanzia. Ho sempre trovato affascinante il tema delle favole e ho sempre pensato che dalle queste si potessero attingere le più inconsce fantasie... Il contrasto fra l'infantile e l'erotico l'ho sempre trovato di grande attrattiva. Le mie illustrazioni sono "stuzzicose" ma, spero, mai volgari, e piacevoli da vedere, forse anche un po' ironiche e comiche. Dateci un’occhiata qui: https://www.facebook.com/sexytales

-Si può fare umorismo sexy senza scadere in volgarità?
Spero proprio di sì, ma questo dovreste dirmelo voi che avete letto Sexy Tales! Ci sono riuscita? Vi ribalto la domanda, ahah!





-Quali sono i tuoi ispiratori?
Come disegnatori senza dubbio Silvia Ziche, Guarnido, Barbucci, Scott Campbell, Leo Ortolani, Dean Yeagle, Chris Sanders, Massimo Bonfatti, Leone Frollo, Arthur De Pins ma anche mangaka come Yamatogawa, Kayono e Boichi… La lista di autori è lunghissima! In generale in un autore cerco moltissimo l’espressività…


-Com'è il tuo rapporto col cosplay?
Ammiro molto i cosplayers ben fatti, soprattutto adoro guardare le loro foto! Ogni tanto (in casa mia o se vado a qualche festa a tema) mi piace “costumarmi”, ma non mi considero una cosplayer, non girerei vestita così alle fiere del fumetto, sono molto timida! Dal mio punto di vista trovo che ormai le fiere del fumetto più che al fumetto vero e proprio siano dedicate a molte altre cose: games, gadget e cosplay. Il problema che riscontriamo noi è che pochissimi cosplayer poi comprano effettivamente (almeno, non da noi, forse comprano molti manga o comunque non cose nostre) e quindi anche se la fiera è piena di gente (soprattutto cosplayer, appunto) in realtà le vendite non sono gran che… Non è certo colpa dei Cosplayers, anzi! E’ colpa di una miriade di fattori che purtroppo rendono per il fumetto queste condizioni poco benaugurali: il mercato del fumetto per prima cosa! Detto questo, ormai sono vecchia e non capisco tanto quelli che vanno in giro con cartelli con scritto “Free hugs” o “mi piacciono i treni”, ma non lo dico con cattiveria, è che proprio non ci arrivo… Spiegatemelo, vi prego!


-Sei molto fotogenica. Hai mai avuto esperienze come modella?
Qualcosina… Ho collaborato con alcuni scatti Frank Morris ad un’iniziativa a cura di Simona Sessa: "Posa come una Pin up”. L'intento è quello di combattere anoressia e bulimia promuovendo l'immagine del corpo formoso, morbido e sano della donna, in barba alla moda che impone taglie 38. Ho dato il mio contributo come modella stile pin-up/burlesque (all'incirca, eheh). Le foto sono qui:
http://www.modellepinup.com/elena-mirulla.html 

sabato 26 maggio 2012

Intervista a Michela Cacciatore

Ripropongo qui un'intervista che avevo fatto qualche mese fa per il sito Italian Sexy Models www.italiansexymodels.com alla disegnatrice Michela Cacciatore, con la quale sto collaborando per un nuovo fumetto di genere fantasy.


Michela Cacciatore, romana, classe 1981, è uno di quei personaggi difficili da definire. E’ infatti illustratrice, fumettista, scenografa, costumista, organizzatrice di eventi. Qui ci soffermiamo sul suo lavoro nell’ambito del fumetto erotico. Suoi sono i disegni di Gabbia Dorata, sceneggiato da Silvia Mericone e Rita Poretto, edito da Salvatore Taormina. In passato ha collaborato anche con X Comics di Coniglio Editore.





-Come sei arrivata al fumetto?

Ho sempre amato il fumetto, sin da piccola. Ho comiciato facendo fanzine quando avevo 14 anni.

-Quali sono i tuoi fumetti e/o i tuoi autori favoriti?

Questi cambiano molto secondo il periodo. In questo momento adoro Yves Swolfes (Il Cacciatore, Durango) e Carlos Gomez (Dago) come autori, di conseguenza amo tutti i loro fumetti. Ho amato moltissimo la serie di Swolfes Il cacciatore.. chissà, sarà per il nome eh eh

-Come ti trovi a disegnare fumetti erotici?

Mi paice molto soprattutto quando ho una bella sceneggiatura. Mi diverte, mi viene facile, per questo mi rilassa anche. E poi credo ci sia un pò di me in ogni cosa che disegno.

-Tu stai lavorando con sceneggiatrici donne, per te che differenza c'è tra l'erotismo "al maschile" e quello "al femminile"?

Moltissima differenza. L'erotismo femminile è molto mentale, credo che questo emerga dai fumetti eortici realizzati da donne. Quello maschile è più istintivo.

-Nel fumetto a differenza di altri media, come per esempio il cinema, è più difficile segnare nettamente la differenza tra ciò che erotico e ciò che è pornografico. Per te in cosa sta la distinzione tra le due cose?

Io mi sono posta dei limiti sin dagli inizi. Non voglio disegnare immagini volgari, nè violente. Poi non amo molto disegnare il corpo maschile nudo, preferisco di gran lunga disegnare quello femminile, lo trovo più bello artisticamente. Mi definisco una disegnatrice di erotico, ma sicuramente la differenza è molto sottile.

-Per il fumetto è un periodo un po' brutto. Nelle edicole impera sempre Bonelli, i manga resistono più che altro nelle librerie specializzate, mentre i supereroi hanno quasi più seguito al cinema e in TV che sulla carta stampata. Qual è il destino dei comics e dei loro autori? Ci sarà una rinascita o dovremo accontentarci di diventare un prodotto sempre più di nicchia?

In Italia siamo sempre stati un prodotto di nicchia e credo sempre lo saremo, ma non credo nella teoria catastrofica dell'estinzione dei fumetti. Finché esisterà qualcuno con la passione per lo scrivere ed il disegnare, ci saranno sempre i fumetti.



lunedì 21 maggio 2012

Ricordando Maria Grazia Perini

Ho pensato di ristampare qui l'intervista che avevo fatto tempo fa a Maria Grazia Perini. Un modo per ricordarla.


MARIA GRAZIA PERINI, UNA VITA IN REDAZIONE

Di Paolo Motta

Chi è in grado di notare, sfogliando una rivista a fumetti, tutto il lavoro editoriale che c’è dietro? Nessuno. I fumetti, a differenza dei DVD, non hanno contenuti speciali che ne pieghino il “making of”. In genere si guarda al massimo i nomi di sceneggiatori e disegnatori, ma si ignora chi ha curato l’editing delle storie che leggiamo.

Noi vogliamo in parte riparare a questa lacuna, dando la parola ad una persona che ha attraversato le redazioni di molte testate che hanno fatto la storia del fumetto italiano: Eureka, il Corriere della Paura, Snoopy e il Corriere dei Piccoli, solo per citarne alcune. La persona in questiono è Maria Grazia Perini.



1)   – Quale è stato il tuo primo approccio col fumetto?

Nel  1968, rispondendo a un annuncio sul “Corriere della Sera”, in cui la Editoriale Corno cercava un redattore/redattrice in vista di un ampliamento dell’attività editoriale.

2)   – Com’era lavorare alla Corno?

All’inizio è stato un po’ uno schock….gli unici fumetti che avevo  letto in vita mia erano stati “Topolino” e “Corriere dei Piccoli”...e quando mi ritrovai tra le mani “Kriminal” e “Satanik”, beh…fu un colpo allo stomaco…da cui mi ripresi però  subito, quando vidi “Eureka” e il resto della produzione…i primi passi  di Alan Ford….insomma,una esperienza esaltante,, sorattutto grazie a Andrea Corno, un Editore unico nel suo genere…che lasciava “liberi” i suoi collaboratori di esprimere la loro creatività..

3)   – Tu sei stata una grande amica di Magnus, com’era lavorare con lui?

Lavorare? Con lui era un “gioco continuo”..una gag dopo l’altra..si rideva, scherzava…ogni tanto aveva brevissimi momenti di malinconia una malinconia che veniva da lontano…ma poi si  riprendeva subito…era un vero uomo di cultura, molto intelligente.,non faceva sfoggio di frasi fatte.,.un genio..,un amico che continua a mancarmi moltissimo…

4)-  In quel periodo sei stata impegnata su Eureka. A quali personaggi e strisce ti sentivi o ti senti più legata?

- Di “Eureka” sono stata dapprima “capo redattore” e poi “direttore responsabile”: un’avventura davvero entusiasmante!!! Facile dire quali sono stati i personaggi e le strisce a me più cari: innanzitutto “Andy Capp”, di cui ero anche la traduttrice ufficiale, “Colt”. “Gummer Street”, “Sturmtruppen”, “Lupo Alberto”,”Maxmagnus”, solo per citarne alcuni….è che per un verso o per l’altro, ognuno ha avuto un significato particolare per le sue caratteristiche….

5) Hai curato in pratica tutte le testate dei supereroi “Marvel” come pensi sia cambiato questo genere da allora ad oggi?

Innanzitutto è cambiato il target di riferimento: l’età media dei lettori si è alzata di parecchio e di conseguenza le storie sono più “mature”, il linguaggio è profondamente cambiato, mutuandosi di fatto con quello cinematografico e televisivo. E, anche dal punto di vista grafico, direi che non esiste  più uno stile “Marvel”, ogni disegnatore è un universo a sé.

6) Il “Corriere della Paura” è stata in pratica la seconda rivista in Italia, dopo “Horror” della Sansoni, a concentrarsi sul fumetto dell’orrore. C’erano molti personaggi interessanti, da Morbius il Vampiro Vivente allo zombie Simon Garth, da Dracula a Man-Thing. Cosa puoi dirci di questa tua esperienza?

Ancora una volt…ESALTANTE! La “mia” trovata, se così vogliamo chiamarla, fu di rivolgermi in primis a un pubblico di ragazzini (la sigla CdP era quella del mitico “Corriere dei Piccoli” a cui io feci il verso con il mio CdP, “Corriere della Paura”), proprio per esorcizzare le loro paura e l’esperimento di fatto si rivelò più che positivo. Certo, c’era anche una parte di pubblico più adulto che, oltre ai fumetti, apprezzava i pezzi di Cesare Medail, un vero e proprio studioso dell’occulto…

7) Poi c’è stato il passaggio alla Rizzoli. Hai avuto modo di lavorare su “Snoopy” e sul “Corriere dei Piccoli”. Quali erano le differenze tra queste due testate?

Beh, innanzitutto sono entrata in Rizzoli come “direttore editoriale” della nascente “Rizzoli Junior” e del settore libri della Milano Libro, in seguito mi vennero affidate le direzione responsabili prima di “Snoopy” e poco dopo anche del”Corriere dei Piccoli”: Le differenze tra le due testate? Macroscopiche! Intanto il primo era un mensile e il secondo un settimanale, immaginiamoci quindi la mole di lavoro e con due redazioni davvero “risicate”!  Poi con “Snoopy” c’erano vincoli, spesso quasi invalicabili con i detentori dei diritti americani che controllavano riga per riga tutta la parte redazionale  spesso censurando senza tenere in considerazione che il pubblico italiano aveva gusti e esigenze differenti da quello americano. Con il “Corriere dei Piccoli” era tutta un’altra cosa!

8) Sul “Corriere dei Piccoli” c’era una specie di feedback tra la tua vita reale e i fumetti che pubblicavate, penso alla “Banda Quattrotti”, a “Gino e l’etologia”, con protagonisti i tuoi cani e il tuo gatto, penso ancora alla

“Pazza Redazione” con protagonisti  tu e i tuoi redattori. Da dove venivano questeidee? Forse la “Pazza Redazione” deriva da quello che aveva fatto Castelli con “Tilt” sul “Corriere dei Ragazzi”?

Tra me, la redazione e i picccoli lettori si era stabilito un rapporto “specialissimo” (che continua tuttora su Facebook!!), per cui le serie citate sono nate quasi “spontaneamente”, una sorta di continuità tra la vita reale e la vita immaginifica…senza nulla togliere a Castelli, l’idea della “Pazza”, fu sostanzialmente dell’amico Dario Pennati a cui va il mio accorato ricordo…

9) Il “Corriere dei Piccoli” divenne “Corrrierino”. C’erano molti autori notevoli come Cinzia Ghigliano, Fabio Visintin, Altan, Sergio Frigerio e tanti altri… cosa non ha funzionato?

Divenne il “Corrierino” perché così era sempre stato chiamato dai lettori e, a tale trasformazione, abbinammo anche una revisione grafica davvero molto originale. Cosa non funzionò? Direi nulla…di fatto la Rizzoli non era più di tanto interessata al genere “ragazzi” (non fece mai, infatti, notevoli investimenti né su Snoopy né sul Corrierino) e quando la Egmont si fece avanti per acquistare la testata credo che da parte dell’Editore non ci fu stato nemmeno un secondo di ripensamento…Cedere il “Corrierino” alla Egmont e decretarne la morte fu, purtroppo, la stessa cosa….

10) E oggi cosa fa Maria Grazia Perini? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Una miriade….ma non sto certo a dirli!!!!!!




venerdì 27 aprile 2012

La tegedia di un lavoratore e sceneggiatore (senza talento?)

Lo ammetto, sono diventato un imbroglione che racconta balle a tutti, pur di essere pubblicato. E pur di essere pubblicato, scrivo anche storie che non mi piacciono. Lo faccio per soldi
Eh si, ragazzi, ho un disperato bisogno di soldi. Per cosa? Devo forse sposarmi o comprare casa? No, ho bisogno di cominciare a campare sul mestiere del fumetto, altrimenti due sole cose potrebbero succedermi: impazzire o suicidarmi.
Io non riuscirò mai a capire perché una persona nasce con una vocazione bruciante, di quelle da non dormirci la notte, ma non riesce a portarla a termine. E' come quando ti innamori, ma non sei ricambiato (cosa che a me sempre). La verità è che chi ha un sogno da realizzare non dovrebbe avere scrupoli morali, nè amicizie, né affetti, nè valori. Solo così ci si può affermare in questo mondo-mercato in cui abbiamo avuto la sciagura di vivere. Purtroppo non sono riuscito ancora a rimuovere del tutto scrupoli, amicizie, affetti e valori dal mio cuore. Questo fa di me un perdente nato. Probabilmente si.
Come ho già detto viviamo in un mondo-mercato che ci chiedi di essere meno che umani per poterci affermare. Io chiedo a tutti voi, amici, a nome di tutti noi falliti, perdenti, oppressi, rimasti indietro: RIBELLATEVI! Non basta l'indignazione dovete uccidere il mercato. Uccidere Berlusconi, Bersani, Monti, Napolitano. Uccidere Obama, Sarkozy, Cameron, la Merkel. Uccidere i falsi profeti come Travaglio, Saviano, Bernard-Henry Levy. Uccidere gli USA, Israele, l'Unione Europea e persino l'Italia. Noi non siamo italiani, non siamo europei, non siamo occidentali. Siamo tutti palestinesi, iracheni, siriani, cubani, salvadoregni, nicaraguensi, africani. Liberiamoci del mercato, liberiamoci del capitalismo, dell'arrivismo, del carrierismo. Costruiamo il mondo collettivista egualitario.

Scusate lo sfogo e ora e sempre MORTE ALL'IMPERIALISMO YANKEE! MORTE AL MERCATO!

domenica 11 marzo 2012

La Predatrice (se gentile concessione di EF Edizioni)



Forse qualcuno ricorderà la fotostoria "Specularità" di Erica Fava con Damaged Doll e Elisa Desoire apparsa nel mio albo Dominatrici dell'Universo edito da EF Edizioni.
Ora potete trovarne a questo link: http://www.verticalismi.it/la-predatrice/comment-page-1/ una versione a colori e con un nuovo montaggio, più dinamico, curato dall'amico Giordano Janna. Spero che l'apprezzerete.

martedì 21 febbraio 2012

I perché della guerra in Libia

Piaccia o non piaccia Gheddafi, dobbiamo interrogarci sui veri motivi della guerra in Libia, paese ormai scivolato nell'instabilità politica e nell'anarchia più totale, non diversamente da Iraq e Afghanistan.

mercoledì 15 febbraio 2012

OjoSama è su Blogger

Ora anche una mia modella e amica di vecchia data ha il suo blog. Questo è il link: http://product-ojosama.blogspot.com/ spero che andrete numerosi a conoscerla: è apparsa anche nel mio fotofumetto su www.verticalismi.it  e alla fiera del fumetto di Mantova, farà da testimonial a questo fumetto edito da Lateral Publish

sabato 11 febbraio 2012

E' nato studio Fotofumetti

http://www.verticalismi.it/satana-amore-mio/comment-page-1/#comment-6347


A questo link potete vedere dopo una lunga assenza un mio nuovo lavoro fumettoso: una fotostoria scritta a quattro mani con Chiara Pani, fotografata da Giulia Basile con ritocchi digitali di Giordano Janna. Le modelle sono Iaia "OjoSama" Bruni e Sara "Squinzia" Battilei, mentre il demone è basato su un disegno del bravo Marco Ballò.

domenica 5 febbraio 2012

-6 giorni

Mancano sei giorni ad una grande novità per me e quanti mi seguono nelle mie folli imprese. (foto di Mikout con OjoSama)

domenica 1 gennaio 2012

Con la Siria e il suo presidente Bashar al-Assad




Una delle poche cose dell'anno appena passato di cui vado fiero è di aver partecipato ad alcune manifestazioni in favore del presidente siriano Bashar Al-Assad che tanto la NATO che gli estremisti islamici vorrebbero rovesciare. Qui di seguito alcune info sulla Siria.

-La netta maggioranza dei siriani è scherata sol suo presidente Bashar Al Assad.
-Le immagini mostrate di rivolte contro Assad, sono in realtà immagini di rivolte avvenute nello Yemen e non in Siria.
-Proprio quando Bashar Al-Assad è andato al potere nel 2000 ha posto fine al monopartitismo.
-Il presidente siriano Bashar Al-Assad appartiene alla setta minoritaria degli alawiti e quindi inviso agli estremisti islamici che vorrebbero fare della Siria uno stato religioso.
-Le feste nazionali siriane comprendono sia ricorrenze musulmane che cattoliche e ortodosse.
-In Siria ci sono 53 gruppi etnici e religiosi, tutti con uguali diritti.
-In Siria vige il socialismo e quindi l'acqua, il gas, l'elettricità, i trasporti, la sanità e l'istruizione sono gratuiti o per lo meno poco costosi.
-dall'inizio della crisi oltre 3000 militari, agenti delle forze dell'ordine e civili sono stati uccisi e torturati dalle bande armate.
-Siriani di fede cristiana, insieme ai massimi rappresentanti delle Chiese Cattoliche e Ortodosse presenti sul territori siriano, si sono schierati a favore del governo contro i ribelli armati.
-Alcuni canali satellitari stanno lasciano ampio spazio a dichiarazioni - come quelle di Al Qaradawi, tra le massime autorità religiose musulmane, e Adnar Arrour- che istigano all'odio e alle divisioni religiose in Siria, affermando che l'unica soluzione è uccidere un terzo dei siriani, ovvero tutte le minoranze religiose, per far vivere bene gli altri due terzi e che simili slogan vengono ripresi nella manifestazione di piazza.
-La presenza sul territorio siriano di bande armate e pericolose è stata accertata, oltre che da testimoni siriani e dagli stessi oppositori, anche dall'ambasciatore degli Stati Uniti, da agenzie di stampa americane, turche, libanesi e francesi.
-Le famiglie dei ragazzini diventati, loro malgrado, simboli delle rivolte, hanno ufficialmente negato che i loro figli siano stati uccisi dai militari.
-Molte famiglie di profughi siriani in Turchia sono rientrate in Siria e altri che vorrebbero tornare alla loro case, non possono perché il governo turco li tratta da reclusi, ha requisito loro i documenti e violentato 400 donne.
-Le notizie riportata dai giornali sono spesso non verificate e infondate.
-Molti dei filmati e delle immagini diffuse da Al-Jazeera, Al-Arabiya e Reuters, le più importanti fonti per i nostri media, sono falsi e diverse reti televisive internazionali si sono scusate ufficialmente più volte.
-Meno del 5% delle testimonianze presenti sui social network proviene dalla Siria e che la maggior parte proviene da Europa e USA.
-Quando sono cominciate le agitazioni i partiti d'opposizione (il Partito Comunista Siriano e il Partito Social Nazionalista Siriano) si sono schierati con il Governo contro i terroristi.
-I Siriani stessi che vorrebbero riforme e una modernizzazione del loro paese, sono contrari a qualsiasi ingerenza esterna, in difesa del loro Stato libero e indipendente.