martedì 3 giugno 2014

Axa (recnsione) di Davide Mana


Copio/incollo una recensione dell'amico Davide Mana:
Interessarsi di narrativa d’immaginazione al di là del qui & ora che pare essere il principale interesse della maggioranza dei fan significa talvolta scoprire capolavori dimenticati, e spesso soltanto inciampare su strane cose.
Nel 1978 il Sun – il famigerato tabloid britannico – decise che era ora di mettere un po’ di pepe nella propria pagina dei fumetti – e commissionò una striscia quotidiana a Romero, disegnatore spagnolo famoso per aver creato i fumetti di Modesty Blaise.
le matite di Romero sarebbero state al servizio delle sceneggiature Donne Avenell, leggendario autore di decine di strisce dei quotidiani.
Il Sun aveva le idee abbastanza chiare, su cosa voleva.
E così Romero e Avenell crearono Axa.
La trama?
In un futuro nel quale la terra è stata devastata dalla Contaminazione, la civiltà sopravvive in una città chiusa in una cupola, nella quale la vita dei cittadini è strettamente regolata.
La giovane Axa si ribella alla società ingessata della città, si libera dei propri abiti, e fugge all’esterno, dove si trasforma ben presto in una avventuriera semibarbarica.
E queste sono si e no le prime tre strisce.
Una decina di vignette.
Tre giorni.
Ci sono le basi per un sacco di avventure e capitomboli, considerando che la serie proseguì fino al 1986 – quando il Sun decise di tagliarla.
E in effetti, in quegli otto anni, la bionda Axa vagò seminuda per un mondo popolato di creature mutanti, tecnologie relitte, enclave umane sopravvissute in un modo o nell’altro alla Contaminazione.
Ma non successe granché, a dire il vero.
Axa è davvero un prodotto dei suoi tempi – più imparentata con Barbarella e Vampirellache con Red Sonja o Modesty Blaise.
Alcuni spunti sono piuttosto interessanti, alcune situazioni sono sottilmente satiriche – e il tratto di Romero è sempre ottimo – ma le storie sono un po’ troppo interessate al lato ormonale della vicenda per riuscire a sviluppare molte delle idee al di là del semplice pretesto, e la satira pare quasi contrabbandata nelle trame da autore e disegnatore, in barba all’editore.
La storia standard è di solito una variante della formula più trita della narrativa fantasy avventurosa.
  • Axa arriva in un nuovo angolo del suo mondo.
  • Affronta il mostro.
  • Incontra una comunità più o meno ostile.
  • Seduce/viene sedotta dal maschio alpha di turno.
  • La sua presenza innesca una crisi.
  • Mentre il sistema collassa, Axa affronta un paio di avversari…
  • … epoi torna sulla strada, verso nuove avventure.
Non aiuta che, nelle prime strisce, Avenell, che deve ancora prendere le misure del mondo e del personaggio, caschi nella vecchia “sindrome diPrince Valiant
  • la vignetta mostra Axa minacciata da una lucertola mutante
  • Axa esclama, “Una lucertola mutante!”
  • la didascalia dice “Questa è la tana di una lucertola mutante”
Poi le cose migliorano, ma nel complesso la serie è certamente un guilty pleasure – un interessante pezzetto di storia del genere science-fantasy post-apocalittico
Quando il Sun staccò la spina, Romero vendette il concept alla Eclipsa – nota casa editrice indipendente – per la quale pubblicò due numeri, con le sceneggiature di Chuck Dixon.
Le trame mostrano una certa influenza di pellicole comeMad Max, le scene di nudo e il sesso rampante vengono limitati (ma non limitati – anche Dixon sa bene cosa vende), e alcuni dei comprimari vengono in qualche modo ridefiniti secondo i gusti e le tendenze degli anni ’80.
Avrebbero dovuto farci anche un film, ma non se ne fece nulla.
Poi, nel 2011, venne creato un gioco per smartphone ispirato alla serie.
Esiste anche una ristampa americana – che riproduce la serie completa (incluse le pagine a colori domenicali) in una decina di volumi e aggiunge delle introduzioni interessanti.
Non sempre chi si occupa di narrativa d’immaginazione d’antan scopre dei tesori – a volte sono solo strane cose dimenticate.
Ma è sempre piuttosto divertente.